Psicologia dell'infanzia

La psicologia infantile si occupa del delicato, quanto fondamentale, periodo che va dalla nascita del bambino fino all’ adolescenza. In questi anni si gettano le radici della struttura e della personalità di ogni individuo. Le esperienze infantili plasmano profondamente il mondo interiore e il  modo di relazionarsi con il mondo esterno e con sé stessi.

Il bambino possiede una struttura psicologica in divenire che si sviluppa all’ interno di relazioni complesse e fondamentali. Proprio per l’estrema importanza che le relazioni hanno nello sviluppo mentale ed emotivo,  il lavoro con i bambini non può prescindere dal coinvolgimento dei suoi genitori o di chi se ne prende cura.

Cosa succede nell'infanzia?

Nonostante l’essere umano cambi per tutta la vita, dal grembo materno fino alla vecchiaia, nessuna altra fase dell’esistenza è così ricca di conquiste e cambiamenti come l’infanzia. Questa fase infatti è caratterizzata da conquiste fondamentali e profonde trasformazioni sia fisiche che psicologiche, che portano alla nascita psicologica e alla strutturazione della personalità dell’individuo.

E’ in questa fase che vengono poste le pietre miliari dello sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo. Le esperienze infantili plasmano profondamente il mondo interiore e il modo di relazionarsi con il mondo esterno e con sé stessi.

Il percorso di crescita comporta rapidi e importanti cambiamenti come l’ingresso a scuola, la nascita di un fratellino o di una sorellina, la progressiva separazione dai propri genitori o la relazione con i propri coetanei.

Alcune tappe di questo percorso possono essere più difficili da affrontare e il bambino può manifestare un disagio o sperimentare una sofferenza psicologica. I bambini non sono ancora in grado di verbalizzare la propria sofferenza che può sfociare invece in manifestazioni comportamentali o sintomi fisici di vario tipo.
Frequentemente si possono osservare:

  • difficoltà di separazione
  • problemi nella gestione della rabbia e della frustrazione
  • difficoltà scolastiche
  • comportamenti oppositivi
  • fatiche nella socializzazione
  • tic nervosi
  • iperattività
  • enuresi /encopresi

Intercettare tempestivamente la sofferenza del bambino è importante per poter intervenire aiutandolo a superare gli inciampi o i blocchi del suo processo di sviluppo.

“Mai fu la nostra vita così piena
di incontri, di arrivederci, di transiti…”
Infanzia, R. M. Rilke

Il disagio nel bambino.
Quando chiedere aiuto
parent, father, holding

“Non solo i bambini, ma anche gli esseri umani di tutte le età, sono oltremodo felici e in grado di estrinsecare le loro capacità con il maggior vantaggio possibile quando sono sicuri che dietro di loro ci sono una o più persone che li possono aiutare in caso di difficoltà. La persona fidata fornisce una base sicura su cui appoggiarsi per potere agire”
J. Bowlby

Attività clinica

 A volte il disagio infantile può essere difficile da riconoscere da parte degli adulti e può manifestarsi in svariate forme, che possono andare dalla mancanza di autonomia, all’ iperattività, alle difficoltà scolastiche, all’ apatia, alla difficoltà a relazionarsi con i pari o a sintomi fisici.

Queste manifestazioni sono da considerarsi non solo come un segnale di malessere ma anche come un messaggio il cui significato è importante ricostruire e comprendere all’ interno di una relazione di ascolto al fine di aiutare il bambino a superare gli inciampi o i blocchi del suo processo di sviluppo.
In questo delicato processo di decodifica sono certamente importanti i genitori

Consultazione e valutazione psicodiagnostica

La valutazione psicodiagnostica ha l’obiettivo di identificare e comprendere la problematica riportata o la sintomatologia espressa dal bambino. La finalità ultima di questo percorso è il benessere del bambino e nello specifico l’indicazione dell’intervento più adatto.

La consultazione prevede:
  • colloquio con i genitori volti ad accogliere la domanda e a raccogliere informazioni contestuali, “anamnestiche” e relative alla storia familiare
  • sedute di osservazione e di gioco con il bambino
  • valutazione psicodiagnostica mediante l’uso di test
  • colloqui di restituzione con i genitori
  • colloquio di restituzione con il bambino

Il numero di colloqui è limitato (di solito circa cinque) e viene concordato in base alle esigenze cliniche e alle possibilità e disponibilità della specifica situazione familiare. 

Al termine della consultazione, se ritenuto necessario, potrà essere proposto un intervento terapeutico, che verrà concordato e condiviso con i genitori, partner fondamentali del percorso di cura.

Sostegno psicologico

In alcuni casi può essere importante accompagnare il bambino nel suo percorso di crescita con un sostegno psicologico al fine di offrire uno spazio di ascolto, contenimento e rielaborazione delle proprie emozioni e favorire uno sviluppo armonico. 

Il canale principale utilizzato dallo psicologo infantile è la relazione con il bambino e il gioco. Giocare è una cosa seria, infatti per il bambino è lo strumento principale con cui  esprimere ed elaborare attivamente la rappresentazione della realtà e imparare a conoscere se stesso e il mondo. 

Il percorso con il bambino viene supportato da colloqui periodici con i genitori e da un lavoro sinergico con eventuali altri contesti di vita importanti, ad esempio la scuola.

Consulenza scolastica

Un’elevata percentuale di studenti, circa uno su cinque, durante la propria carriera scolastica incorre in problemi e difficoltà che possono comprometterne la buona riuscita e portare alla consultazione di un esperto.

Le difficoltà scolastiche incontrate dagli studenti possono essere eterogenee e spesso sono conseguenza di una molteplicità di fattori, sia individuali che contestuali. Frequentemente questo tipo di difficoltà si associa a vissuti emotivi ed affettivi particolari che a loro volta rischiano di compromettere ulteriormente le capacità di apprendimento e il benessere del bambino. Tuttavia queste difficoltà sono caratterizzate da provvisorietà, infatti con un adeguato supporto tendono a risolversi ed essere superate.

Vi sono invece difficoltà più resistenti al trattamento e che coinvolgono l’automatizzazione dei processi strumentali di base importanti per l’apprendimento: lettura, scrittura, calcolo. In questo caso si parla di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).

Comprendere la natura della difficoltà incontrata è fondamentale per intervenire tempestivamente e nella modalità più opportuna attuando, ove possibile, un lavoro sinergico con la realtà scolastica.

DSA - Disturbi Specifici di Apprendimento

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) si caratterizzano per la loro origine neurobiologica e per la specificità del deficit che riguarda un determinato dominio di abilità in modo circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.

I DSA attualmente riconosciuti dalla Legge 170/2010 sono:

  • Dislessia – difficoltà specifica che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente
  • Disortografia – difficoltà specifica nella codifica del testo scritto causato dalla difficoltà di transcodifica del linguaggio orale (fonemi) nel linguaggio scritto (grafemi)
  • Disgrafia – difficoltà specifica a carico dell’aspetto grafico e motorio della scrittura
  • Discalculia – difficoltà specifica negli apprendimenti matematici che riguarda una compromissione a livello del sistema dei numeri e/o del sistema del calcolo

Cosa fare dopo la diagnosi?

girl, woman, female
POTENZIAMENTO ABILITA' DI LETTURA, SCRITTURA, CALCOLO
TUTORAGGIO COMPITI - METODO DI STUDIO