Chi ha paura dei sogni?

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Molte persone in questo periodo lamentano disturbi del sonno, disregolazione dei ritmi sonno-veglia, una maggior insonnia e la presenza di strani sogni.

Soprattutto in molti affermano di stare sognando di più. Quali possono essere le ragioni di questo picco di sogni? Forse semplicemente ne ricordiamo di più. Deirdre Barrett,  psicologa della Harvard Medical School e autrice di The Committee of Sleep, suggerisce come la maggiore facilità di rievocare i nostri sogni possa essere influenzata da un rallentamento nei ritmi quotidiani e associata a un maggior numero di ore di sonno.  Quando recuperiamo il sonno perso infatti si assiste ad un aumento del sonno cosiddetto REM (Rapid Eye Movement), ovvero l’ultima fase del ciclo del sonno. In questa fase il sonno è più profondo e duraturo e se ci si risveglia in questa fase è più facile rievocare i contenuti dei sogni e i dettagli risultano più vividi.

Inoltre, avendo ritmi di lavoro meno frenetici, è più probabile avere tempo e modo di interrogarci e riflettere sui residui delle nostre immagini oniriche al risveglio e aumentare così la probabilità che questi vengano ricordati.

Anche il contenuto e la colorazione affettiva dei nostri sogni sembra essere in qualche modo peculiare in questo periodo,  spesso le tinte dei nostri sogni sono angoscianti o opprimenti mentre talvolta si tratta di veri e propri incubi.

 Non sarebbe la prima volta in cui, non solo le vite, ma anche i sogni delle persone, vengono influenzati da profondi stravolgimenti che coinvolgono l’intera popolazione.

“ In ogni tempo, le persone hanno sperimentato sogni terrificanti, sogni non solo influenzati da qualche concreta motivazione di natura personale o dalla sensibilità a tensioni interne di singoli individui, ma scaturiti invece da situazioni che hanno terrorizzato l’intera collettività.” Charlotte Beradt – Il terzo Reich dei sogni

La giornalista berlinese Charlotte Beradt nel 1933  iniziò a raccogliere i sogni delle persone durante l’ascesa al potere del nazismo nel suo libro  “Il terzo Reich dei sogni” , documentando gli effetti del terrore nazista sulla vita onirica della popolazione. Infatti sembrava che i sogni fossero significativamente cambiati e in particolare sembravano essere presenti delle tipologie ricorrenti di sogni. Come se fosse presente un processo condiviso di elaborazione di un trauma collettivo.

Nonostante non esistano teorie univoche sulla funzione dei sogni, sembra esserci comune assenso sul fatto che una delle principali funzioni possa essere quella di aiutare ad elaborare e affrontare emotivamente situazioni complesse e difficili della vita reale.

E se tuttavia è vero che non esistono «dizionari dei sogni» o legende preconfezionate per interpretarli,  poiché il significato di ciascuno è da ricercare nella cornice della mente di chi gli ha dato vita, è vero che stiamo attraversando una situazione estremamente complessa che sta scuotendo le nostre vite fin dalle sue fondamenta. E’ quindi difficile pensare che le immagini oniriche che la nostra mente ci offre  ne siano completamente immuni.

Alcuni studiosi sono già all’opera per studiare questo affascinante fenomeno. In particolare esistono vere e proprie raccolte di sogni online, come ad esempio il blog I dream of covid  che,  ispirato al testo “Il terzo Reich dei sogni”, si propone di osservare come le tensioni di questo periodo  si traducano nella nostra attività onirica.

 E voi cosa state sognando in questi giorni?

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