Bambini e Covid-19. Come accompagnarli?

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Molti genitori sono preoccupati dagli effetti che questa emergenza può avere sul benessere dei propri figli.

Per provare ad arricchire di senso questa legittima preoccupazione bisogna fare una premessa: qualsiasi generalizzazione non può che essere una semplificazione di situazioni invece complesse ed eterogenee. Infatti l’ esperienza di ogni bambino e di ogni famiglia sarà unica e strettamente influenzata dalle sue specificità  e dalle relazioni intessute tra i membri che la compongono. 

Possiamo provare però a riflettere su alcuni elementi comuni che ci sembrano importanti. 

Innanzitutto bisogna considerare come i bambini siano più flessibili e in grado di adattarsi ai cambiamenti rispetto agli adulti. Questo è vero soprattutto se vengono accompagnati in questi passaggi da punti di riferimento che restano stabili; le figure di riferimento in primis ma anche alcune routine di base che è importante vengano mantenute. 

Inoltre i bambini, già da molto piccoli, utilizzano le emozioni e le reazioni delle proprie figure di riferimento per valutare le situazioni nuove e sconosciute. In altre parole, i bambini utilizzano ciò che è noto per affrontare l’ignotoSembra quindi importante innanzitutto essere consapevoli dell’impatto che il nostro stato d’animo, soprattutto di fronte a situazioni sconosciute, può avere sui bambini. Un adulto spaventato può essere, per il bambino, un adulto che spaventa

Allora noi adulti, giustamente preoccupati dalla situazione, come possiamo aiutare i nostri figli ad attraversare questo periodo?

Per rispondere a questa domanda può essere utile pensare alle indicazioni di sicurezza che danno le hostess di volo prima del decollo. Nella sfortunata eventualità che si presenti una situazione di emergenza, il genitore dovrà prima pensare a garantire la sua sicurezza e solo dopo aiutare il proprio bambino. Questo perché il bambino ha bisogno che gli adulti che si occupano di lui stiano bene per potersene occupare al meglio.

Certamente i genitori sono chiamati a ricoprire un ruolo tanto fondamentale, quanto a volte faticoso e impegnativo. Per questo motivo può essere importante in momenti di difficoltà, valutare la possibilità di chiedere aiuto o condividere le proprie fatiche con un professionista. In particolare, in questo periodo, sono stati attivati diversi numeri gratuiti di ascolto e confronto riservati a genitori che abbiano bisogno di un proprio spazio per affrontare le proprie legittime fatiche. 

Non dimentichiamo però che i genitori dalla loro hanno un potente ed efficace strumento con straordinarie potenzialità protettive nei confronti del mondo emotivo dei propri cuccioli: la relazione con il proprio bambino.

E’ attraverso le relazioni significative che si struttura e si definisce il mondo emotivo di ciascuno di noi e attraverso cui impariamo a dare un senso a quello che accade. Bion parla di “rêverie” per riferirsi allo stato mentale della madre con il suo bambino, uno stato in cui la madre accoglie e comprende le comunicazioni affettive del bambino al fine di contenere e modulare l’intensità della vita affettiva del piccolo.  Il genitore mette le proprie funzioni psichiche al servizio, di quelle ancora immature, del proprio bambino consentendogli di sviluppare una competenza di pensiero e di gestione di intense emozioni e stati d’animo.

Nella quotidianità, in particolare in quella sospesa  di queste settimane, questo può essere tradotto nell’essere attenti osservatori del nostro bambino ed essere ricettivi ad eventuali segnali di difficoltà preparandoci ad essere disponibili e pronti a riconoscere, chiarire e a dare parole alle sue emozioni e a quelle presenti nel suo ambiente di vita.  Lasciamo che nel gioco e nei momenti condivisi con i nostri bambini ci sia spazio per affrontare i dubbi e le emozioni legate alla situazione di emergenza che stiamo attraversando. Sentirsi ascoltati, compresi e sostenuti all’interno della relazione di fiducia con il proprio genitore, aiuterà il bambino a comprendere quello che sta provando e a ridimensionare la paura.

Ricordiamoci, oggi più che mai, che il posto più sicuro per ogni bambino è l’abbraccio dei propri genitori.